Un colore per crescere: il colore biscotto
simboleggia la capacità di rivedere e ripensare
a un argomento con calma e pazienza
Il biscotto riesce sovente a rendere migliore il nostro risveglio.
Questo dolce croccante ci aiuta al mattino a provare i primi piaceri della vita, legati al gusto. Il senso del gusto non dev’essere sottovalutato, perché non è meno della vista o degli altri sensi, sebbene essi siano stati più esaltati dai filosofi (soprattutto la vista).
Molte aziende hanno approfittato dei piaceri del palato per propinarci cibi o bevande buoni al gusto ma dannosi per la salute. Il colore biscotto ci mette pertanto subito in guardia. Inseguire il semplice piacere nella vita può essere come il maiale che segue il pezzetto di cibo fino al macello.
Per evitare gli errori e i dolori, è necessario riflettere prima di agire; ecco che il colore biscotto simboleggia proprio tale comportamento, ovvero la capacità di rivedere e ripensare a un argomento con calma e pazienza. Se riflettiamo bene, il modo migliore per godersi un biscotto è mangiarlo con calma, serenamente seduti al tavolo.
L’argomento ci invita così a riflettere sulla pazienza. Questa parola deriva dal greco pathos, termine che indica un dolore fisico o spirituale. È pertanto evidente che la componente della sofferenza non può essere scissa dalla pazienza. Pazientare significa soffrire lentamente, aspettando che le cause prodotte spieghino i propri effetti.
La nostra società è molto lontana dalla pazienza. Come potrebbe infatti, dopo averci educato alla comunicazione in tempo reale, ai treni velocissimi, ai fast food, insegnarci poi a essere pazienti?
La società ci fa illudere del fatto di poter ottenere tutto e subito: niente di più falso. Non possiamo avere tutto ciò che vogliamo e non possiamo averlo quando vogliamo. La realtà in cui viviamo
segue delle regole ben precise, che non possono essere soverchiate.
Siamo anche abituati a eludere le leggi, ma le leggi della natura sono ineludibili. Andare contro la natura significa andare contro il Divino: è un atto di autodistruzione.
La pazienza è la chiave per giungere in Paradiso. La pazienza è l’arma potente nell’arsenale del credente. Molti sono gli inviti dei santi a pazientare nella vita. Riportiamo l’invito dell’apostolo Paolo:
«Ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce
pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza. […] Or la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori
mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato». (Romani 5: 3, 5)
Con questo insegnamento, l’apostolo dona consapevolezza ai fedeli, ricordando loro che l’afflizione produce pazienza e questa produce una serie di virtù umane. Diciamo anche la verità: la pazienza non piace a nessuno, perché comporta pathos, dolore, e tutti abbiamo paura di soffrire. La sofferenza è però inevitabile, perciò dobbiamo imparare ad affrontarla e niente può aiutarci più della santa pazienza.
Spesso manchiamo di pazienza perché attendiamo il verificarsi di dati eventi; ma alle volte non consideriamo che non abbiamo veramente bisogno di queste cose bramate. Se sono cose inutili, sarà
inutile anche l’attesa. Se, al contrario, sono necessarie, esse stesse giungeranno a noi, e la nostra pazienza sarà premiata.
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